Mosso dalla volontà di documentare l'impatto della situazione sanitaria sulla vita della città, ho deciso di concentrarmi sulle assenze evidenti nei luoghi più iconici. Camminando per le strade deserte, mi sono trovato ad osservare il contrasto tra il passato vivace e il presente silente.
I portici, solitamente teatro di incontri, chiacchiere e attività commerciali, erano ora testimoni di un vuoto inaspettato. Le vetrine chiuse e le porte sigillate raccontavano la storia di esercizi commerciali costretti a fermarsi, di persone che, in un modo o nell'altro, si erano allontanate temporaneamente dalla vita quotidiana.
Piazze famose come Piazza Maggiore, un tempo animate da turisti e residenti, erano ora spazi aperti e tranquilli. La Fontana del Nettuno, solitamente circondata da gruppi di persone, guardava silenziosamente un deserto urbano, trasmettendo un senso di solitudine inconsueto.
Il silenzio della città offriva una pausa riflessiva, consentendo ai pensieri di emergere con chiarezza. Questi spazi desolati offrivano l'opportunità di apprezzare la bellezza architettonica e la storia della città in un modo completamente nuovo, senza le distrazioni quotidiane.