MAJAPAHIT Sculptures from a Forgotten Kingdom, remembering Paolo

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“Rarely do I find myself writing about a book to which I have contributed. First and foremost, I consider it pointless, if not harmful, to add words to my visual work. Secondly, self-celebrations seem uninteresting to me, if not downright unpleasant. However, in this circumstance, I want to share thoughts related to the photography of cultural artifacts, at least according to my interpretation accumulated over many years. The story of this book suffered a great loss with the untimely passing of the creator, Engineer Paolo Bertuzzi, who could not witness the publication of the work. I am convinced that somewhere he can observe it and probably appreciate it. I confess that Eastern sculpture has always been distant for me. Unlike many colleagues who study the subject before photographing it, I have mainly followed instinct, thanks to a strong experience in shooting sculptures in the past. The mystery surrounding these works, their apparent connection to a completely different world, has guided more instinctive than rational reasoning. Leaving technical-scientific considerations to the experts, I ventured into photo sets arranged to capture emotions and forms communicated by these sculptures. Sometimes I reflected on already seen human situations, especially those zoomorphic in our Romanesque; other times, I delved into imaginary or almost science-fiction worlds. Touching materials often extremely friable, I felt the work necessary to extract them from the earth and return them to a vision accessible to all. The image I want to find in the mind is that of an army of pieces lined up and side by side, coming from a gigantic production of an imaginary industry of human beings. This image represents a ritual, beyond the quality and authenticity of the works, often the real driving force of a higher transcendence, towards dimensions difficult to explain but that can only be felt or intuited. 

 The ritual I joined, as almost always with my photographic equipment, was with the intention of bringing to light forms and contents of initially unfamiliar but now known and powerful subjects in their apparent simplicity.

 I am particularly satisfied with the color rendering of the photographs, not taken for granted in many lived editions, sometimes with suffering. When I was handed one of the first copies of the book, my thoughts immediately went to Paolo Bertuzzi, with whom I spent many hours reasoning, discussing, and photographing art. I want to thank him because it was a journey I will not forget.

MAJAPAHIT

Sculptures from a Forgotten Kingdom

BY (AUTHOR) AGUS ARIS MUNANDAR

“Raramente mi trovo a scrivere di un libro a cui ho contribuito. In primo luogo, ritengo inutile, se non dannoso, aggiungere parole al mio lavoro visivo. In secondo luogo, le autocelebrazioni mi risultano poco interessanti, se non addirittura sgradevoli. Tuttavia, in questa circostanza, desidero condividere pensieri legati alla fotografia di beni culturali, almeno secondo la mia interpretazione accumulata in tanti anni.

La storia di questo libro ha subito una grande perdita con la prematura scomparsa dell’ideatore, l’Ingegnere Paolo Bertuzzi, che non ha potuto vedere la pubblicazione dell’opera. Sono convinto che da qualche parte possa osservarla e probabilmente apprezzarla.

Confesso che la scultura orientale è sempre stata distante per me. A differenza di molti colleghi che studiano il soggetto prima di fotografarlo, ho seguito principalmente l’istinto, grazie alla forte esperienza nelle riprese di sculture nel passato. Il mistero intorno a queste opere, il loro legame apparente a un mondo completamente diverso, ha guidato ragionamenti più istintivi che razionali.

Lasciando agli esperti ogni considerazione tecnico-scientifica, mi sono avventurato in set fotografici allestiti per catturare emozioni e forme comunicate da queste sculture. A volte riflettevo su situazioni umane già viste, soprattutto quelle zoomorfe del nostro romanico; altre volte mi spingevo in mondi immaginari o quasi fantascientifici. Toccando materiali spesso estremamente friabili, sentivo il lavoro necessario per estrarli dalla terra e restituirli a una visione accessibile a tutti.

L’immagine che desidero ritrovare nella mente è quella di un esercito di pezzi allineati e affiancati, provenienti da una produzione gigantesca di un’industria immaginaria di esseri umani.

Questa immagine rappresenta un rito, al di là della qualità e dell’autenticità delle opere, spesso il vero motore di una trascendenza superiore, verso dimensioni difficili da spiegare, ma che si possono solo sentire o intuire.

Il rito a cui mi sono affiancato, come accade quasi sempre con la mia attrezzatura fotografica, è stato con l’intento di riportare alla luce forme e contenuti di soggetti inizialmente non familiari, ma ora noti e potenti nella loro apparente semplicità.

Sono particolarmente soddisfatto della resa cromatica delle fotografie, non scontata in molte edizioni vissute, a volte con sofferenza. Quando mi è stata consegnata una delle prime copie del libro, il mio pensiero è andato subito a Paolo Bertuzzi, con il quale ho trascorso molte ore a ragionare, discutere e fotografare l’arte. Desidero ringraziarlo perché è stato un percorso che non dimenticherò.


MAJAPAHIT

Sculptures from a Forgotten Kingdom

BY (AUTHOR) AGUS ARIS MUNANDAR 



Fotografia di dipinti - Bologna Italia

  •  La luce è fondamentale per ottenere una buona fotografia. Tuttavia, le opere d’arte sono spesso esposte in ambienti controllati, come musei o gallerie, dove la luce può essere scarsa o artificiale. È importante trovare un equilibrio tra una luce adeguata per l’opera e una luce che non danneggi il materiale o i colori dell’opera stessa. Questo è stata la base della mia professione di fotografo.
  •  La fotografia dovrebbe cercare di rappresentare la realtà in modo obiettivo e accurato. Manipolare o alterare in modo significativo le immagini può essere fuorviante e ingannevole.  Inoltre l’ utilizzo di scale colore a fianco delle opere è indispensabile per definire dimensioni e tonalità.
  •  L’uso di tecniche di post-produzione dovrebbe essere trasparente e rispettoso dell’integrità dell’immagine. Tuttavia generare delle regole in questo settore può creare dei corto circuiti che non coincidono con l’ arte fotografica.
  • Dettagli e texture: Le opere d’arte spesso presentano dettagli fini e texture complesse che devono essere resi nitidamente nella fotografia. L’illuminazione è comunque determinante per rendere al meglio ciò che spesso si intuisce appena.
  • I video rappresentano sicuramente una nuova frontiera nella riproduzione di dipinti e opere d’arte. Rispetto alla fotografia statica, i video consentono di catturare l’opera d’arte in movimento, offrendo una prospettiva più dinamica e coinvolgente. Ciò può essere particolarmente utile per dipinti che presentano elementi di movimento, come pennellate fluide o cambi di luce. Inoltre i video anche su supporti come i telefoni cellulari sono un ottimo mezzo di diffusione.
  • Per motivi di spazio qui sono riportati solo alcuni esempi sia bidimensionali che tridimesionali (con i limiti della definizione) 
  • Nel dipinto, Jacopo Bassano adotta un approccio diverso rispetto ad altre rappresentazioni più tradizionali dell'"Ultima Cena". Invece di presentare la scena in un ambiente sacro e solenne, Bassano colloca gli apostoli e Gesù attorno a un tavolo I mosaici di Volubilis sono famosi per la loro bellezza e il loro stato di conservazione. Volubilis è un sito archeologico situato in Marocco, nell'antica provincia romana della Mauretania Tingitana. Caroto è conosciuto principalmente per i suoi ritratti, che rappresentano spesso donne eleganti . Fu influenzato dai maestri veneziani come Giorgione e Tiziano, ma sviluppò uno stile personale che mescolava elementi rinascimentali e manieristi Lo studiolo di Federico II era situato nel suo palazzo a Urbino, nelle Marche, Italia. Era un ambiente raffinato e decorato, progettato per ispirare la concentrazione e la contemplazione. Le pareti dello studiolo erano rivestite da legno intarsi La Sala a Vele di Torrechiara è una delle stanze più famose e affascinanti del Castello di Torrechiara, situato nelle colline della provincia di Parma, in Italia. Il castello fu costruito nel XV secolo dal condottiero Pier Maria II de' Rossi 
Il mosaico della Perpetua Felicitas è un affascinante mosaico cristiano dell'antica città di Ravenna, in Italia. Esso si trova nella Basilica di San Vitale, un importante sito del patrimonio mondiale dell'UNESCO. Donna che ha dipinto ritratto d' uomo.  Bologna Pinacoteca .   Gian Domenico Cerrini (1609-1681) è stato un pittore italiano del XVII secolo. È conosciuto principalmente per i suoi dipinti di soggetti religiosi e mitologici. Napoleone Bonaparte, l'illustre generale francese che divenne poi imperatore dei francesi, ebbe un notevole impatto sull'Accademia di San Luca durante il suo regno. Ritratto  di Carlo Albacini (1735-1813) era un famoso scultore italiano del XVIII secolo. È noto soprattutto per le sue opere in marmo, che spaziano da sculture religiose a ritratti e monumenti funerari. Museo Civico Archeologico di Bologna. Vaso Attico

    Sweet Memories, La dolcezza della memoria

    Questa volta ho provato il brivido della immediatezza mentale e fotografica. 

    Ho provato ad abbinare la Polaroid che per molti è memoria come per me del resto, alle scatole della Industria Lazzaroni che raffigurano la città di Saronno. 

     Un azzardo creativo immediato che in pochi minuti doveva prendere forma.

    Le Polaroid sono immagini irripetibili , uniche , da scattare d’ istinto , raccogliendo tutta l’esperienza che si può avere avuto durante gli anni di professione fotografica.

    E’ stato sempre un mio desiderio quello di arrivare a spezzare l’immagine se non a distruggerla almeno a rovinarla.       
    Considerazioni sulle ultime fotografie scattate  il 18 settembre 2017 assieme al dott Paolo Lazzaroni che mi ha condotto nello splendido museo di Saronno.    

    Ho voluto sperimentare ancora e tentare riprese in Polaroid a loro volta fotografate come scatti da Leica . 


    Posso dire che è stata una bellissima esperienza perché ho dovuto ragionare come in una dimensione stereo.     Inoltre con la Polaroid 3000 in bianco e nero ho ripreso anche dei negativi delle stesse fotografie.

     Non avendo nessuna limitazione, ho potuto sperimentare cosa significa nell’ immediato abbinare delle immagini coerenti con dettagli delle stesse.   


     Il cibo italiano ancora una volta è protagonista con uno stile inconfondibile.

    Mostra La dolcezza della Memoria. Hotel Posta Reggio Emilia aprile 2017 Un calendario a forma di biscotto   L'archivio della ditta Lazzaroni di Saronno rappresenta un tesoro di informazioni storiche e culturali legate all'azienda e alla sua produzione di Amaretto di Saronno. Calendari a forma di biscotti dall' archivio Lazzaroni Saronno Calendari a forma di biscotti dall' archivio Lazzaroni Saronno
I calendari a forma di biscotti Lazzaroni sono realizzati utilizzando un cartoncino resistente e di alta qualità che viene sagomato per assumere la forma dei biscotti dell'azienda I calendari a forma di biscotti Lazzaroni sono realizzati utilizzando un cartoncino resistente e di alta qualità che viene sagomato per assumere la forma dei biscotti dell'azienda, come ad esempio gli Amaretti di Saronno. Amaretto di Saronno fotografato da Marco Ravenna. La ricetta del biscotto amaretto può variare leggermente, ma di solito richiede ingredienti come farina, zucchero, mandorle tritate, burro e uova.
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