✨ Restoration of the Stained Glass Windows of San Petronio in Bologna ✨
One day, while wandering through the picturesque streets of Bologna, I found myself lost among the narrow alleys and ancient shops.
Drawn by a glittering window display, I stepped into the Bottega d’arte Gamberini. The beauty of the coloured glass captivated me instantly.
As I explored the shop, a figure engrossed in a piece of glass caught my attention. It was a glass restorer, immersed in her work with an almost magical precision. Her dedication and skill deeply impressed me.
I couldn’t help but approach her and offer my compliments.
With a welcoming smile, she explained the complexities of glass restoration and shared fascinating stories about the ancient techniques used in the creation of these masterpieces. I discovered she was working on the splendid artefacts of San Petronio. This serendipitous encounter convinced me to film the restoration process to capture the magic and dedication of these artisans.
Thanks to the expertise of Bottega d’arte Gamberini, each stage of the work has been a journey through time. From the precious blown glass to the intricate details of the sacred scenes, the master craftsmen have worked with precision and passion, bringing to light the vivid colours and enchanting stories these pieces have preserved for centuries. 🔨🎨
Every fragment has been delicately cleaned, repaired, and reassembled, gleaming under the Bologna sun. ☀️✨
This chance encounter added a personal and profound touch to my experience, making my journey through the preservation of these windows even more special.
Follow my journey through this fascinating work in the highlighted stories! 📽️🔍
✨ Restauro delle Vetrate di San Petronio a Bologna ✨
Un giorno, mentre vagavo per le pittoresche strade di Bologna, mi sono perso tra i vicoli stretti e le antiche botteghe.
Attratto da una vetrina intrigante, sono entrato nella Bottega d’arte Gamberini. La bellezza dei vetri colorati mi ha rapito immediatamente.
Mentre esploravo la bottega, una figura concentrata su un pezzo di vetro attirò la mia attenzione. Era una restauratrice, immersa nel suo lavoro con una precisione quasi magica. La sua dedizione e abilità mi colpirono profondamente.
Non potei fare a meno di avvicinarmi e complimentarmi con lei.
Con un sorriso accogliente, mi spiegò le complessità del restauro del vetro e condivise alcune storie affascinanti sulle antiche tecniche utilizzate nella creazione di questi capolavori. Scoprii che stava lavorando proprio sugli splendidi manufatti di San Petronio.
Questo incontro casuale mi convinse a filmare il processo per catturare la magia e la dedizione di questi artigiani.
Grazie alla maestria della Bottega d’arte Gamberini, ogni fase dei lavori è stata un viaggio nel tempo. Dai preziosi vetri soffiati agli intricati dettagli delle scene sacre, i maestri artigiani hanno operato con precisione e passione, riportando alla luce i colori vividi e le storie incantevoli che queste opere custodiscono da secoli.
Ogni frammento è stato delicatamente pulito, riparato e rimesso al suo posto, risplendendo sotto la luce del sole bolognese.
Questo incontro casuale ha aggiunto un tocco personale e profondo alla mia esperienza, rendendo il mio viaggio attraverso la conservazione di queste vetrate ancora più speciale. Seguitmi attraverso questo affascinante lavoro nelle storie in evidenza!
Esplora il fascino delle sale del padiglione Tanzania alla Biennale di Venezia 2024! Scopri l’arte e la cultura tanzaniana in un’esperienza unica e coinvolgente. Non perdere l’opportunità di essere trasportato in un viaggio emozionante attraverso opere d’arte straordinarie e installazioni sorprendenti!
Raramente mi succede di realizzare un servizio fotografico e in seguito trovare una rivelazione dagli scatti eseguiti. Oggi nel padiglione Tanzania alla Biennale di Venezia ho avuto invece una vera comunicazione del tema amplissimo della vita nei propri luoghi d’ origine. Grazie Enrico Bitotto eccezionale curatore e gestore della mostra oltre a tutti gli autori
. Provare per credere : Venezia : Fabbrica del Vedere – Archivio Carlo Montanaro di Venezia, Calle del Forno.
Explore the charm of the Tanzania Pavilion halls at the 2024 Venice Biennale! Discover Tanzanian art and culture in a unique and engaging experience. Don’t miss the opportunity to be transported on an exciting journey through extraordinary artworks and surprising installations!
Rarely do I find myself taking a photo shoot and later discovering a revelation from the shots taken. Today, at the Tanzania Pavilion at the Venice Biennale, I instead experienced a true communication of the vast theme of life in one’s places of origin. Thanks to Enrico Bitotto, an exceptional curator and manager of the exhibition, as well as to all the artists. Seeing is believing.
Venezia : Fabbrica del Vedere – Archivio Carlo Montanaro di Venezia, Calle del Forno.
Segue in Italiano -
“Rarely do I find myself writing about a book to which I have contributed. First and foremost, I consider it pointless, if not harmful, to add words to my visual work. Secondly, self-celebrations seem uninteresting to me, if not downright unpleasant. However, in this circumstance, I want to share thoughts related to the photography of cultural artifacts, at least according to my interpretation accumulated over many years.
The story of this book suffered a great loss with the untimely passing of the creator, Engineer Paolo Bertuzzi, who could not witness the publication of the work. I am convinced that somewhere he can observe it and probably appreciate it.
I confess that Eastern sculpture has always been distant for me. Unlike many colleagues who study the subject before photographing it, I have mainly followed instinct, thanks to a strong experience in shooting sculptures in the past. The mystery surrounding these works, their apparent connection to a completely different world, has guided more instinctive than rational reasoning.
Leaving technical-scientific considerations to the experts, I ventured into photo sets arranged to capture emotions and forms communicated by these sculptures. Sometimes I reflected on already seen human situations, especially those zoomorphic in our Romanesque; other times, I delved into imaginary or almost science-fiction worlds. Touching materials often extremely friable, I felt the work necessary to extract them from the earth and return them to a vision accessible to all.
The image I want to find in the mind is that of an army of pieces lined up and side by side, coming from a gigantic production of an imaginary industry of human beings.
This image represents a ritual, beyond the quality and authenticity of the works, often the real driving force of a higher transcendence, towards dimensions difficult to explain but that can only be felt or intuited.
The ritual I joined, as almost always with my photographic equipment, was with the intention of bringing to light forms and contents of initially unfamiliar but now known and powerful subjects in their apparent simplicity.
I am particularly satisfied with the color rendering of the photographs, not taken for granted in many lived editions, sometimes with suffering. When I was handed one of the first copies of the book, my thoughts immediately went to Paolo Bertuzzi, with whom I spent many hours reasoning, discussing, and photographing art. I want to thank him because it was a journey I will not forget.
MAJAPAHIT
BY (AUTHOR) AGUS ARIS MUNANDAR
“Raramente mi trovo a scrivere di un libro a cui ho contribuito. In primo luogo, ritengo inutile, se non dannoso, aggiungere parole al mio lavoro visivo. In secondo luogo, le autocelebrazioni mi risultano poco interessanti, se non addirittura sgradevoli. Tuttavia, in questa circostanza, desidero condividere pensieri legati alla fotografia di beni culturali, almeno secondo la mia interpretazione accumulata in tanti anni.
La storia di questo libro ha subito una grande perdita con la prematura scomparsa dell’ideatore, l’Ingegnere Paolo Bertuzzi, che non ha potuto vedere la pubblicazione dell’opera. Sono convinto che da qualche parte possa osservarla e probabilmente apprezzarla.
Confesso che la scultura orientale è sempre stata distante per me. A differenza di molti colleghi che studiano il soggetto prima di fotografarlo, ho seguito principalmente l’istinto, grazie alla forte esperienza nelle riprese di sculture nel passato. Il mistero intorno a queste opere, il loro legame apparente a un mondo completamente diverso, ha guidato ragionamenti più istintivi che razionali.
Lasciando agli esperti ogni considerazione tecnico-scientifica, mi sono avventurato in set fotografici allestiti per catturare emozioni e forme comunicate da queste sculture. A volte riflettevo su situazioni umane già viste, soprattutto quelle zoomorfe del nostro romanico; altre volte mi spingevo in mondi immaginari o quasi fantascientifici. Toccando materiali spesso estremamente friabili, sentivo il lavoro necessario per estrarli dalla terra e restituirli a una visione accessibile a tutti.
L’immagine che desidero ritrovare nella mente è quella di un esercito di pezzi allineati e affiancati, provenienti da una produzione gigantesca di un’industria immaginaria di esseri umani.
Questa immagine rappresenta un rito, al di là della qualità e dell’autenticità delle opere, spesso il vero motore di una trascendenza superiore, verso dimensioni difficili da spiegare, ma che si possono solo sentire o intuire.
Il rito a cui mi sono affiancato, come accade quasi sempre con la mia attrezzatura fotografica, è stato con l’intento di riportare alla luce forme e contenuti di soggetti inizialmente non familiari, ma ora noti e potenti nella loro apparente semplicità.
Sono particolarmente soddisfatto della resa cromatica delle fotografie, non scontata in molte edizioni vissute, a volte con sofferenza. Quando mi è stata consegnata una delle prime copie del libro, il mio pensiero è andato subito a Paolo Bertuzzi, con il quale ho trascorso molte ore a ragionare, discutere e fotografare l’arte. Desidero ringraziarlo perché è stato un percorso che non dimenticherò.
MAJAPAHIT
BY (AUTHOR) AGUS ARIS MUNANDAR
Collector
Oriental-art