Un dialogo ricreato per ricordare. Il Liceo a Correggio

Un dialogo legato ai ricordi, ricreati con l’ aiuto dell’ intelligenza artificiale. Verosimile e sentito

 

“La memoria non è il passato:

è la forma più alta del presente.”




Un ritorno in aula: Marco Ravenna intervistato da Ermanno Dossetti
, cinquant’anni dopo

 

L’aula è silenziosa. Le vecchie finestre filtrano una luce chiara, immobile. I banchi in legno conservano i segni di generazioni di studenti. Seduti uno di fronte all’altro, in un dialogo che sembra sospendere il tempo, si incontrano Marco Ravenna e Ermanno Dossetti, suo professore di Latino e Greco al liceo classico di Correggio.


Ermanno Dossetti (sorridendo con una punta di ironia affettuosa):

«Marco, se me l’avessero detto, allora, che saresti diventato uno dei custodi della nostra memoria culturale, forse avrei fatto meno fatica a rimproverarti… Non eri certo tra gli allievi più diligenti.»


Marco Ravenna (ridendo con sincerità):

«È vero, professore. Non sono mai stato un alunno modello. Troppa irrequietezza, forse. Ma in quelle vostre lezioni di Greco e Latino, in quel rigore antico, è germogliato qualcosa che non si è più spento: il senso profondo della tradizione, del valore del passato.»

Dossetti (con tono riflessivo):

«A distanza di tanti anni, vedo che quella irrequietezza si è trasformata in ricerca. Più di cento volumi fotografici pubblicati, un lavoro paziente accanto a storici, archeologi, studiosi. Sempre con rispetto, sempre con discrezione.»

Ravenna:

«Ho cercato di restare fedele a un principio semplice: le opere d’arte e i luoghi non hanno bisogno di essere reinventati, ma di essere ascoltati. Per questo, fino al 2000, ho lavorato solo in pellicola di grande formato: banco ottico, lastre grandi, cura maniacale della luce. Ogni scatto era una sorta di meditazione.»

Dossetti (annuendo, compiaciuto):

«Un approccio classico, direi. Come tradurre un testo antico: fedeltà alla fonte, senza imporsi su di essa.»


Ravenna 

«Senza saperlo, forse, mi avete insegnato proprio questo: essere un tramite, non un protagonista. E oggi, con pochissimi fotografi rimasti in Italia a documentare il patrimonio culturale con questo spirito, sento ancora di più il peso — e l’onore — di questo compito.»

Dossetti

«Ogni vera opera nasce da un lungo apprendistato alla serietà. Tu, Marco, hai impiegato una vita intera a costruire uno sguardo capace di rispettare il silenzio delle cose. È la più alta forma di cultura.»

Ravenna:

«Se sono riuscito a farlo, lo devo anche a voi, professore. Alle ore passate su quelle versioni di greco che mi sembravano interminabili… e che invece mi insegnavano pazienza, misura, ascolto.»

Un raggio di sole attraversa la stanza vuota. Per un momento, né il passato né il presente sembrano avere più importanza: resta solo il filo sottile della memoria, intessuto di parole, immagini e gratitudine.

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