Da un' intervista  realizzata a Verona a Marco Ravenna  

Intervistatore: Ciao Marco, grazie per aver accettato questa intervista. Sono davvero curioso di conoscere la tua esperienza come fotografo e il tuo punto di vista sul mondo della fotografia. Prima di tutto, come hai scoperto la tua passione per la fotografia?

Marco Ravenna: Ciao e grazie per l'opportunità di condividere la mia storia. La mia passione per la fotografia è nata fin da quando ero ragazzo. Ricordo ancora di aver ricevuto in regalo una macchina fotografica semplice e di aver trascorso ore a scattare foto a tutto ciò che mi colpiva. Mi affascinava la possibilità di catturare momenti e di raccontare storie attraverso le immagini. Da quel momento, ho saputo che la fotografia sarebbe stata parte integrante della mia vita.

Intervistatore: È interessante sentire che hai scoperto la tua passione sin da giovane. Quali sono i temi che preferisci fotografare e perché?

Marco Ravenna: Mi piace fotografare una varietà di temi, ma in particolare mi concentro sulla fotografia di ritratti e di paesaggi. I ritratti mi permettono di connettermi con le persone, di cogliere la loro autenticità e di raccontare la loro storia attraverso l'immagine. Mi affascina la possibilità di catturare le emozioni e di creare un'immagine che parli direttamente al cuore dello spettatore.

I paesaggi, d'altra parte, mi offrono la possibilità di esplorare la bellezza del mondo che ci circonda. Amo viaggiare e immergermi in diverse culture, e la fotografia di paesaggi mi consente di catturare e condividere la meraviglia di luoghi nuovi e affascinanti. Mi piace mostrare la grandezza della natura e invogliare le persone a scoprire la bellezza che ci circonda.

Intervistatore: Hai menzionato di amare i viaggi. Come influisce il tuo amore per i viaggi sulla tua fotografia?

Marco Ravenna: I viaggi sono una fonte infinita di ispirazione per me. Ogni luogo che visito ha la sua unicità e la sua storia da raccontare. Mi piace immergermi nella cultura locale, osservare le persone, i colori e gli odori. I viaggi mi aprono nuovi orizzonti e mi permettono di sperimentare diverse prospettive che poi cerco di catturare attraverso le mie fotografie.

Inoltre, viaggiando ho la possibilità di fotografare paesaggi straordinari e luoghi iconici che stimolano la mia creatività. I viaggi mi sfidano a guardare oltre il visibile e a cercare nuovi modi per catturare l'essenza di un luogo.

Intervistatore: Hai menzionato anche la fotografia di ritratti. Cosa cerchi di catturare nei tuoi ritratti e qual è l'aspetto più gratificante di questo genere fotografico?

Marco Ravenna: Nei miei ritratti cerco di catturare l'autenticità e l'essenza delle persone che fotografio. Mi interessa raccontare la loro storia, mettere in luce le emozioni e cogliere i dettagli che li rendono unici. Cerco di creare un ambiente confortevole e rilassato durante le sessioni fotografiche, in modo che le persone si sentano a loro agio e possano mostrare la loro vera natura.

L'aspetto più gratificante dei ritratti è quando riesco a cogliere un momento sincero e a creare un'immagine che emoziona sia la persona ritratta che chi la osserva. Quando riesco a catturare l'essenza di una persona attraverso una fotografia, sento di aver fatto un buon lavoro come fotografo.

Intervistatore: Quali consigli daresti ai giovani aspiranti fotografi che desiderano seguire le tue orme?

Marco Ravenna: Il mio consiglio principale è di seguire la propria passione e di esplorare costantemente. La fotografia è un percorso di apprendimento continuo e di sperimentazione. Siate curiosi, provate nuove tecniche, studiate il lavoro di altri fotografi e cercate di sviluppare uno stile unico che vi distingua.

Inoltre, cercate di mettervi alla prova in diversi generi fotografici. Esplorate ritratti, paesaggi, fotografia di moda o reportage. Questo vi aiuterà a scoprire ciò che vi appassiona di più e vi darà la possibilità di crescere come fotografi.

Infine, non abbiate paura di condividere il vostro lavoro con gli altri e di ricevere critiche costruttive. L'interazione con altri fotografi e il feedback vi permetteranno di migliorare costantemente.

Intervistatore: Grazie mille, Marco, per la tua ispirazione e i tuoi preziosi consigli. È stato un piacere conoscerti e scoprire il tuo mondo fotografico.

Marco Ravenna: Grazie a te per questa opportunità. È stato un piacere condividere la mia passione per la fotografia. Buona luce a tutti gli aspiranti fotografi là fuori!

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Correggio (RE) Italy Theater 

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Correggio (RE)  Old cinema Politeama. Ilford Film   13x18 Around 1980

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Carpi Italia 1974, dai materiali sul Centro Storico

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Polaroid, BW

Montfort is a ruined crusader castle in the Upper Galilee region in northern Israel, about 22 miles (35 km) northeast of the city of Haifa 

 

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Polaroid, BW

Akko, Israel, Cittadella crociata

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Kodachrome

Jerusalem, Israel

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Telescopic Equipement for cameras

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Omaha Beach Normandie France

Omaha Beach, France

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Have you ever browsed a heavy book? Or a magazine with few pages? What's left of the content except the scent of paper and inks? Is there a link to the olfactory memory and the visual memory? Definitely. I remember the fixative of the Polaroid used to consolidate the "sketches" of those that would be flat film shots.

Tournai S.Jacques, Polaroid 55, black white

Tournai S.Jacques

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Carpi Italia 1974, dai materiali sul Centro Storico

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Dal sito : http://ibc.regione.emilia-romagna.it/parliamo-di/lucio-gambi/allegati/considerazionicarpi.pdf


Lucio Gambi Considerazioni sul centro storico di Carpi Concentro le mie considerazioni sui rapporti fra l’impianto urbano di Carpi, nei processi di ristrutturazione che lo hanno segnato da epoca medioevale in qua, e gli elementi delle configurazioni territoriali, urbane o no, che di volta in volta hanno preceduto tali processi: elementi che in ogni caso sono storici e non ambientali, ma che si sono così fortemente radicati nello spazio da compenetrarsi e formare quasi un unico insieme con la trama ambientale. Queste configurazioni precostituenti, e in qualche misura condizionanti, si scaglionano in tre fasi e portano a tre tipi di motivazioni: a) se escludiamo le aste - costruite un secolo fa delle linee ferroviarie in funzione (Modena-Mantova) o disarmate da meno di vent’anni (Carpi-Correggio), e il più appariscente nastro autostradale ModenaVerona - che risale agli ultimi anni -, il resto degli elementi relativi alla organizzazione e agli assetti dello spazio è qui sagomato quasi per intero secondo gli schemi della centuriazione romana, di cui la migliore (o almeno la prima buona) ricostruzione fu data da Schulten nel 1898.1 È anzi utile cogliere l’occasione per sottolineare la influenza - non abbastanza studiata - di questo reticolo sulle coordinate delle dilatazioni incalzanti ed esplosive che il terziario e poi l’industria hanno determinato nel sistema urbano della pianura emiliano-romagnola, e anche di altre zone centuriate a nord del Po. Ili primo nucleo longobardo di Carpi s’appoggia con molta regolarità, sul lato orientale, all’allineamento di un cardine e si amplia perpendicolarmente ad esso secondo una direzione decumanica. Alle medesime direzioni si adeguano - pure con le tipiche approssimazioni e flessibilità degli impianti medioevali - gli assi dei borghi sorti intorno al primo nucleo, dal secolo XII in avanti. E anche le dilatazioni urbane degli ultimi cinquant’anni si sono sostanzialmente attenute ad esse, come documenta con ampiezza la mostra dei materiali per la storia urbana di Carpi, inaugurata nel ’77.2 Mi pare sia istruttiva una comparazione fra questi moduli abbastanza regolari di ingrandimento, e le forme di crescita urbana disorganica, ameboica, arruffata che negli stessi anni - ignorando una prossima area con resti di maglia centuriata - ha manifestato un centro di funzioni simili: cioè Prato. b) dei vari borghi pericastrensi formati dal secolo XII in avanti, solo uno - quello che fronteggia il nucleo medioevale originale da occidente, e ospita le case dei notabili - è stato riorganizzato in epoca 1 A. SCHULTEN, Die römische Flurteilung und ihre Reste, «Abhandl. Gesellsch. Wissensch. zu Göttingen», Philol.-histor. KIasse, N.F. II, 7 (1898), 26-30. 2 Materiali per la storia urbana di Carpi, catalogo della mostra a cura di A. GARUTI, F. MAGNANINI, V. SAVI, Carpi 1977, 188-219. rinascimentale con un piano sistematico e con criteri di uniformità. Questi criteri - esprimo il risultato di alcuni scambi di idee avuti in occasione del nostro congresso con Enrico Guidoni - potrebbero essere stati desunti da esperienze medioevali: bisogna ricordare che sono quasi una trentina i borghi fondati con impianto ortogonale fra XII e XIV secolo nella pianura fra l’Arda e il Lamone. In ogni caso con la operazione che va sotto il nome di Alberto III, ma che s’inizia prima - come Garuti nella presentazione dei materiali della mostra3 e poi Bocchi e Guidoni nelle relazioni per il nostro congresso hanno chiarito - la città nuova, o per meglio dire la parte nuova della città, non distrugge la vecchia, ma deriva da essa e la continua. Gli interventi consistono in una disciplina, in un riordinamento (non certo in uno sconvolgimento, come si fa da un secolo in qua) delle sue linee stradali; essi non alterano le traiettorie e le prospettive del suo modo più vecchio di svilupparsi. Però questi legami tipologici con gli insediamenti fortificati di colonizzazione medioevale non permettono di definire come «medioevale» la ristrutturazione che va sotto il nome di Alberto III, perché di contro alla molteplicità figurativa del complesso urbano medioevale, l’opera di Alberto III è improntata nel senso di una aspirazione alla unità figurativa. Ma questa unità è conseguita a due scale diverse - che anche Howards Burns, dal suo punto di vista, ha rilevato nel nostro congresso -. In primo luogo e in modo più esplicito coordinando alla ristretta scala del borgo Gioioso vari elementi eterogenei. Se andiamo ad analizzare sul catasto odierno, e tanto meglio in catasti del secolo scorso o in materiali di origine notarile presentati alla mostra,4 l’interno delle singole isole edili del borgo Gioioso, troviamo, anche sul fronte della piazza dei Martiri, parcelle di caseggiato che hanno serbato fino ad oggi o fino al secolo scorso larghezze fra poco meno di 5 e intorno a 7 m: che sono larghezze tipiche della lottizzazione medioevale a strettissime striscie, e che reincontriamo infatti - come ha già rilevato la Bocchi - in via Aldo Manuzio e in via Giordano Bruno nel borgo S. Antonio, in via S. Bernardino nel borgo S. Francesco, in via Matteotti nel borgo «forte».

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Carpi Italia 1974, dai materiali sul Centro Storico

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Forest and  winter


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Correggio, anno, 1972,Italia,diapositiva,vintage,archivio,Reggio Emila,Ektachrome 50,
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Marco Ravenna and optoical bench 8x10 inch

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Reproduction in Germany 


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  • A partucular from old photographic plate.  Correggio 1880 .  G. Bassi

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  • A particular from old photographic plate. Correggio 1880 . G. Bassi
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  • A particular from old photographic plate. Correggio 1880 . G. Bassi
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