Un dialogo oltre il tempo: Marco Ravenna intervistato da Beato Angelico
In un incontro immaginario, sospeso tra passato e presente, Beato Angelico — pittore, frate domenicano e poeta della luce — intervista Marco Ravenna, fotografo del patrimonio culturale italiano.
Beato Angelico (con voce serena):
«Fratello Marco, tu hai scelto di dedicare la tua vita a custodire, attraverso le immagini, la bellezza che altri hanno creato. Da dove nasce questa vocazione?»
Marco Ravenna (sorridendo con gratitudine):
«Dal desiderio di servire la bellezza, come voi avete fatto con i colori e la preghiera. Fin dai miei anni giovanili, al liceo classico di Correggio, grazie a maestri come Ermanno Dossetti, e poi al DAMS di Bologna, con professori come Barilli, Squarzina, Emiliani, Eco e Cervellati, ho imparato che la cultura non è solo sapere, ma responsabilità. Fotografare un’opera o un luogo significa custodirne la memoria.»
Beato Angelico:
«Voi dunque non cercate la gloria personale, ma vi fate umile servitore delle cose create. Quali strumenti vi guidano in questo cammino?»
Ravenna:
«Fino al 2000, ho lavorato esclusivamente con la pellicola di grande formato. Ogni immagine era frutto di attesa, di studio, di rispetto assoluto per la luce naturale, come se dovessi raccogliere un soffio divino. Ho pubblicato oltre cento volumi, seguendo le indicazioni di centinaia di studiosi, lavorando con pazienza e fedeltà. Non ho mai voluto “interpretare”, ma restituire, affinché chi guarda potesse avvicinarsi all’opera con verità.»
Beato Angelico (annuendo con dolcezza):
«Chi crea o custodisce bellezza deve farlo con spirito puro. E oggi, in questi tempi rapidi e spesso distratti, qual è la vostra sfida più grande?»
Ravenna:
«La sfida è resistere alla superficialità. In Italia siamo rimasti in pochi a lavorare con questa dedizione sui beni culturali. Fotografare una chiesa antica, un affresco, una scultura, non è soltanto riprodurla: è entrare in silenzioso dialogo con essa, ascoltarla. Anche nei pochi video che realizzo ora, cerco sempre di mantenere questa lentezza, questo rispetto, senza sovrapporre la mia voce a quella delle opere.»
Beato Angelico (con un sorriso luminoso):
«Chi contempla con amore sincero diventa strumento di grazia. Voi, fratello Marco, avete scelto di essere occhio che non possiede, ma che custodisce. Che il vostro cammino sia benedetto.»
Marco Ravenna (chinando leggermente il capo):
«Vi ringrazio, Maestro. La mia più grande ambizione resta quella di servire la memoria e la bellezza, con umiltà e fedeltà.»
Un dialogo legato ai ricordi, ricreati con l’ aiuto dell’ intelligenza artificiale. Verosimile e sentito
“La memoria non è il passato:
è la forma più alta del presente.”
Un ritorno in aula: Marco Ravenna intervistato da Ermanno Dossetti, cinquant’anni dopo
L’aula è silenziosa. Le vecchie finestre filtrano una luce chiara, immobile. I banchi in legno conservano i segni di generazioni di studenti. Seduti uno di fronte all’altro, in un dialogo che sembra sospendere il tempo, si incontrano Marco Ravenna e Ermanno Dossetti, suo professore di Latino e Greco al liceo classico di Correggio.
Ermanno Dossetti (sorridendo con una punta di ironia affettuosa):
«Marco, se me l’avessero detto, allora, che saresti diventato uno dei custodi della nostra memoria culturale, forse avrei fatto meno fatica a rimproverarti… Non eri certo tra gli allievi più diligenti.»
Marco Ravenna (ridendo con sincerità):
«È vero, professore. Non sono mai stato un alunno modello. Troppa irrequietezza, forse. Ma in quelle vostre lezioni di Greco e Latino, in quel rigore antico, è germogliato qualcosa che non si è più spento: il senso profondo della tradizione, del valore del passato.»
Dossetti (con tono riflessivo):
«A distanza di tanti anni, vedo che quella irrequietezza si è trasformata in ricerca. Più di cento volumi fotografici pubblicati, un lavoro paziente accanto a storici, archeologi, studiosi. Sempre con rispetto, sempre con discrezione.»
Ravenna:
«Ho cercato di restare fedele a un principio semplice: le opere d’arte e i luoghi non hanno bisogno di essere reinventati, ma di essere ascoltati. Per questo, fino al 2000, ho lavorato solo in pellicola di grande formato: banco ottico, lastre grandi, cura maniacale della luce. Ogni scatto era una sorta di meditazione.»
Dossetti (annuendo, compiaciuto):
«Un approccio classico, direi. Come tradurre un testo antico: fedeltà alla fonte, senza imporsi su di essa.»
Ravenna
«Senza saperlo, forse, mi avete insegnato proprio questo: essere un tramite, non un protagonista. E oggi, con pochissimi fotografi rimasti in Italia a documentare il patrimonio culturale con questo spirito, sento ancora di più il peso — e l’onore — di questo compito.»
Dossetti
«Ogni vera opera nasce da un lungo apprendistato alla serietà. Tu, Marco, hai impiegato una vita intera a costruire uno sguardo capace di rispettare il silenzio delle cose. È la più alta forma di cultura.»
Ravenna:
«Se sono riuscito a farlo, lo devo anche a voi, professore. Alle ore passate su quelle versioni di greco che mi sembravano interminabili… e che invece mi insegnavano pazienza, misura, ascolto.»
Un raggio di sole attraversa la stanza vuota. Per un momento, né il passato né il presente sembrano avere più importanza: resta solo il filo sottile della memoria, intessuto di parole, immagini e gratitudine.
✨ Restoration of the Stained Glass Windows of San Petronio in Bologna ✨
One day, while wandering through the picturesque streets of Bologna, I found myself lost among the narrow alleys and ancient shops.
Drawn by a glittering window display, I stepped into the Bottega d’arte Gamberini. The beauty of the coloured glass captivated me instantly.
As I explored the shop, a figure engrossed in a piece of glass caught my attention. It was a glass restorer, immersed in her work with an almost magical precision. Her dedication and skill deeply impressed me.
I couldn’t help but approach her and offer my compliments.
With a welcoming smile, she explained the complexities of glass restoration and shared fascinating stories about the ancient techniques used in the creation of these masterpieces. I discovered she was working on the splendid artefacts of San Petronio. This serendipitous encounter convinced me to film the restoration process to capture the magic and dedication of these artisans.
Thanks to the expertise of Bottega d’arte Gamberini, each stage of the work has been a journey through time. From the precious blown glass to the intricate details of the sacred scenes, the master craftsmen have worked with precision and passion, bringing to light the vivid colours and enchanting stories these pieces have preserved for centuries. 🔨🎨
Every fragment has been delicately cleaned, repaired, and reassembled, gleaming under the Bologna sun. ☀️✨
This chance encounter added a personal and profound touch to my experience, making my journey through the preservation of these windows even more special.
Follow my journey through this fascinating work in the highlighted stories! 📽️🔍
✨ Restauro delle Vetrate di San Petronio a Bologna ✨
Un giorno, mentre vagavo per le pittoresche strade di Bologna, mi sono perso tra i vicoli stretti e le antiche botteghe.
Attratto da una vetrina intrigante, sono entrato nella Bottega d’arte Gamberini. La bellezza dei vetri colorati mi ha rapito immediatamente.
Mentre esploravo la bottega, una figura concentrata su un pezzo di vetro attirò la mia attenzione. Era una restauratrice, immersa nel suo lavoro con una precisione quasi magica. La sua dedizione e abilità mi colpirono profondamente.
Non potei fare a meno di avvicinarmi e complimentarmi con lei.
Con un sorriso accogliente, mi spiegò le complessità del restauro del vetro e condivise alcune storie affascinanti sulle antiche tecniche utilizzate nella creazione di questi capolavori. Scoprii che stava lavorando proprio sugli splendidi manufatti di San Petronio.
Questo incontro casuale mi convinse a filmare il processo per catturare la magia e la dedizione di questi artigiani.
Grazie alla maestria della Bottega d’arte Gamberini, ogni fase dei lavori è stata un viaggio nel tempo. Dai preziosi vetri soffiati agli intricati dettagli delle scene sacre, i maestri artigiani hanno operato con precisione e passione, riportando alla luce i colori vividi e le storie incantevoli che queste opere custodiscono da secoli.
Ogni frammento è stato delicatamente pulito, riparato e rimesso al suo posto, risplendendo sotto la luce del sole bolognese.
Questo incontro casuale ha aggiunto un tocco personale e profondo alla mia esperienza, rendendo il mio viaggio attraverso la conservazione di queste vetrate ancora più speciale. Seguitmi attraverso questo affascinante lavoro nelle storie in evidenza!